La versione di Casaleggio
di Bruce Sterling @ Wired (It) 13 agosto 2013
Casaleggio è pure lui un appartenente alla cybercultura milanese, ma adesso siamo nel 2013. Si presenta come un gentiluomo sobrio e di età matura, con l’aspetto del secchione, un professionista delle relazioni pubbliche in giacca e cravatta. È calmo, ben organizzato, riflessivo e cauto. Lavora in un ufficio piacevole e modesto nel cuore di Milano, in un bel palazzo d’epoca vicino alla casa di Alessandro Manzoni: «Un sacco di gente ci passa davanti tutti i giorni ma non sa che è la casa di Manzoni. Presto, quando tutte le informazioni che riguardano il mondo intorno a noi ci saranno disponibili, magari grazie a un paio di Google Glass, chiunque avrà accesso in tempo reale, passeggiando, a tutto ciò che c’è da sapere su quel palazzo», dirà sorridendo durante la nostra chiacchierata. Casaleggio dispone di impiegati indaffarati, di computer e di poltroncine da ufficio di buon design. La sua attività di consulenza sulle pubbliche relazioni ha un logo gradevole e una veste tipografica appropriata. Casaleggio porta i capelli lunghi, ma è vicino ai sessanta. È fortunato ad avere capelli così folti. Quel taglio gli dona. È diventato il suo marchio caratteristico. Ci siamo accomodati in una sala riunioni stretta ed elegante, alle pareti parecchi ritagli di giornale incorniciati, che illustrano i notevoli successi conseguiti dal Movimento 5 Stelle. Dato che questa intervista mi è stata commissionata da Wired, ho cominciato a chiedere a Casaleggio del suo hardware. Usa l’iPhone, l’iPad, un Kindle per i parecchi libri che legge, e nel suo ufficio ha diversi pc.
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