domenica 3 novembre 2013

Franco Berardi (Bifo) - Dopo il futuro. Dal futurismo al cyberpunk @ Derive Approdi, Settembre 2013


Il Manifesto futurista di Marinetti è il punto finale di una trasformazione culturale nella percezione del tempo che è stato il nucleo profondo della modernità. Le cultura tradizionali trovavano nel passato il riferimento e il fondamento della vita presente, mentre la modernità ha fondato la propria energia sulla tensione all’espansione, al futuro come espansione. Per questo il Novecento ha sempre visto nel futuro il riscatto dalla tragedia, dalla guerra, dal terrore, dalla violenza. Dopo solo cento anni dalla pubblicazione del Manifesto futurista, la prospettiva si è rovesciata e il futuro non ha più la forza di orientamento delle tensioni dell’oggi. Quella che si è dissolta è l’illusione di illimitatezza dell’energia, delle risorse fisiche del pianeta e delle risorse nervose di cui dispone l’umanità organizzata.
Questo libro parla della dissoluzione dell’immaginazione «futurista», ma anche dell’emergere di una consapevolezza del carattere corrotto, marcescente, punk, del mondo che la modernità ci ha lasciato in eredità. Oggi il futuro è preso in un labirinto: se continuiamo a identificarlo con l’espansione ci sentiremo sempre più intrappolati in una condizione di assenza di futuro. Se invece vogliamo avere accesso alla dimensione che si apre dopo il futuro, dopo il collasso della sua illusione
moderna, dovremo rinunciare al pregiudizio della crescita illimitata, dell’espansione economica, dell’accelerazione.


Dall’Introduzione dell’autore
«Scritto nel centenario del Manifesto futurista, e pubblicato in inglese nel 2011, il libro racconta come si è evoluta la percezione del futuro nel corso del Ventesimo secolo. Come abbiamo immaginato il futuro, come l’hanno immaginato gli artisti, i poeti, i filosofi? E come lo immaginiamo oggi? Oggi possiamo vedere gli spazi lontani, ma il tempo lontano nessuno lo vede più. Qualcuno a un certo punto annunciò che il futuro era finito. Ma il futuro non finisce mai. Semplicemente non siamo più capaci di immaginarlo. Il Ventesimo secolo era mosso dall’energia utopica proveniente dalle avanguardie culturali artistiche e politiche. Quell’energia sembra essersi esaurita. Tutto sembra essersi rovesciato, trasformato in forma distopica forse per eccesso di velocità, e nel futuro vediamo le ombre di un passato di barbarie e di miseria che credevamo sepolto. Quando ho scritto questo libro, nel mondo si stava appena spalancando quell’abisso in cui il capitalismo finanziario ha fatto precipitare l’Europa, per distruggere la civiltà sociale e per dare un esempio a quei territori del mondo in cui si stanno sviluppando le nuove economie di crescita. L’Europa, con la sua tradizione di democrazia e di benessere sociale, poteva diventare un pericoloso esempio per gli sfruttati di tutto il mondo. Distruggere l’Europa della solidarietà e del progresso, thatcherizzare l’Europa e ridurla a un deserto di miseria, precarietà e ignoranza è il progetto che il potere finanziario si è proposto e sta realizzando. Quando l’isola britannica venne sottoposta a questa cura devastante, un gruppo di ragazzi urlò disperatamente “il futuro non c’è più” e lì nacque l’onda planetaria del Punk. Quell’isola, che negli anni Sessanta e Settanta aveva vissuto un periodo di rinascimento culturale e di calore solidale, di benessere e di relativa eguaglianza, divenne un esempio di aggressività, di tristezza infinita, di miseria. Oggi quella terapia disumana viene riproposta su scala continentale, perché divenga esempio per tutto il mondo. Nessuno deve più sperare che la vita sul pianeta possa avere connotati umani».


Franco Beradi (Bifo), fondatore della storica rivista «A/traverso», foglio del movimento creativo di Bologna, e tra gli iniziatori di Radio Alice, è autore di numerosi saggi su trasformazioni del lavoro, innovazione e processi comunicativi. Tra i suoi libri:Telestreet. Macchina immaginativa non omologata (insieme a Jacquement e Vitali, 2003), Alice è il diavolo. Storia di una radio sovversiva (2002), Un’estate all’inferno(2002), La fabbrica dell’infelicità (2001), La nefasta utopia di Potere Operaio (1997).
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