WikiLeaks Party (e Assange) alle elezioni australiane TRADUZIONI DI E. INTRA E S. GLIEDMAN @ Voci Globali
Martedì 23 aprile Julian Assange ha presentato alla commissione elettorale australiana l' iscrizione del Partito Wikileaks, dopo aver raccolto in circa tre settimane l'appoggio di oltre 1300 elettori (più del doppio del minimo richiesto dalla legge). E secondo un recente sondaggio condotto dal centro di ricerca UMR del Labor Party, il 26% degli australiani sarebbe propenso a votare la nuova forza politica, che avrebbe quindi buone possibilità di entrare in Parlamento nelle elezioni di settembre.
Secondo la mappa dei consensi, la lista conquisterebbe il 36% nel Nuovo Galles meridionale, solo il 18% nell'Australia occidentale, e il 23% nello Stato di Victoria, dove è candidato lo stesso Assange. Occorre però tenere a mente che molto probabilmente al momento del voto tali consensi si riveleranno di fatto assai inferiori, mentre cammino di Assange verso il Parlamento resta ancora pieno di ostacoli.
"Se sarà in grado di condurre una campagna intelligente ha buone probabilità di conquistare un seggio in Senato", sostiene John Utting, direttore generale dell'UMR. Molto meno ottimisti erano invece stati i risultati di un sondaggio precendente pubblicato dall'agenzia Nielsen, secondo cui i consensi non supererebbero il 14%. "Credo che alla luce di questi numeri la candidatura [di Assange] sia credibile, ma non al punto da vincere", aggiunge John Stirton della Nielsen . "Ha l'appoggio che gli serve, ma deve convertirlo tutto in voti... E ritengo poco probabile che possa riuscirci".
Assange ha dichiarato di essere consapevole dei risultati contrastanti dei sondaggi, e di essere pronto a un'intensa campagna elettorale a distanza. "Non voglio sottovalutare le difficoltà della situazione, ma Wikileaks è abile nell'usare Internet e diffondere informazioni online. Vedremo se funzionerà o meno", rilancia in un'intervista a RT. Il sistema elettorale australiano consente di votare diversi candidati in ordine di preferenza, per cui è possibile entrare in Parlamento anche con il due per cento di preferenze.
Greg Barns, avvocato e neo-nominato direttore della campagna, chiarisce che il Partito WikiLeaks presenterà "candidati di alta qualità" in tre diversi Stati, e si dichiara sicuro della conquista di qualche seggio, a prescindere dal fatto che Assange possa o meno tornare in Australia. Al momento infatti la Gran Bretagna gli vieta di lasciare il Paese, e l'Australia, suo luogo di nascita, ne ha sempre stroncato le attività di denuncia.
"Spetta al governo garantire la possibilità di tornare in Australia per Assange", chiarisce Barns. "Sarebbe imbarazzante a livello internazionale per gli elettori di Victoria non avere in Senato la persona che hanno votato."
Nonostante le diverse accuse a suo carico, Assange rimane una figura popolare in Australia. Il mese scorso ha dichiarato che se dovesse essere eletto, gli Stati Uniti non insisterebbero con le loro accuse, e la Gran Bretagna ne seguirebbe l'esempio. In quel caso infatti, aggiunge Assange, si arriverebe a un "caso diplomatico internazionale".
Alle insinuazioni di molti che vedono la candidatura come una "scusa" per il suo rientro in patria, Barns nega apertamente che si tratti di una simile strategia: "Se così fosse, si sarebbe semplicemente presentato in una lista qualunque senza un proprio partito, con la speranza di farsi eleggere", ha affermato.
Gli fa eco John Shipton, padre di Assange e presidente del Partito WikiLeaks, il quale assicura la serietà del figlio verso l'impegno politico: "Questo è lo sbocco politico di un percorso attivo da 10 anni. In tal modo, avendo una forza e un'autorità politica alle spalle, la trasparenza potrà portare anche all'accountability."
Si attendono a breve i nomi di altri rappresentanti della nuova forza politica nel Nuovo Galles meridionale, nonché il nome di un vice a cui, in caso di vittoria, andrebbe il seggio al Senato, vista l'attuale impossibilità per Assange di lasciare la Gran Bretagna. Su di lui pende l'accusa di violenza sessuale in Svezia, dove potrebbe essere estradato e da qui in USA, motivo per cui ha ottenuto asilo nell'ambasciata ecuadoregna a Londra. Intanto su Twitter è partita la campagna elettorale, con l'account WikileaksParty e l'hashtag wikileaks.
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