Il 24 e 25 febbraio 2013 si sono svolte in Italia le elezioni della XVII Legislatura della Repubblica Italiana. Il risultato elettorale è stato definito da più osservatori politici come un terremoto imprevedibile. Per la prima volta nella storia della politica del mondo occidentale una nuova formazione, il Movimento 5 Stelle, auto definitasi non-partito, si è presentata ad una competizione elettorale nazionale, vincendola, seppur di stretta misura, diventando con il 25,5% dei voti il primo partito italiano nella Camera dei Deputati. Sebbene il conteggio dei voti totali, comprensivo degli italiani all’estero, abbia assegnato il primo posto al Partito Democratico (PD) per soli 150.000 voti e il sistema elettorale abbia attribuito un consistente premio alla coalizione di centro-sinistra, il neonato movimento guidato da Beppe Grillo ha ottenuto una tale affermazione simbolica che il panorama politico italiano ne è uscito sconvolto in modo profondo. La fonte della marcata innovazione di prassi politica introdotta dal Movimento 5 Stelle è l’utilizzo massiccio dei canali comunicativi di Internet e dei New Media. Tale discorsivitá unita alla brutale semplificazione del messaggio politico utilizzato per catturare consenso, ci spinge a definire il non-partito di Grillo come una nuova forma di populismo digitale. E’ del tutto evidente che una nuova fase politica ha bussato con violenza alle porte della società italiana, ponendo con inusitata velocità quesiti inquietanti a problemi reali.
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