Otane invitava a porre il potere nelle mani di tutti i Persiani
dicendo questo: "A me sembra opportuno che nessuno
divenga più nostro monarca, perché non è cosa né piacevole
né conveniente. Voi sapete infatti l’insolenza di Cambise
a qual punto è giunta, e avete provata anche l’arroganza del Mago.
Come dunque potrebbe essere una cosa perfetta la monarchia,
cui è lecito far ciò che vuole senza doverne render conto?
Perché anche il migliore degli uomini, una volta salito a tale autorità,
il potere monarchico lo allontanerebbe dal suo solito modo di pensare.
Dai beni presenti gli viene infatti l’arroganza, mentre sin dalle origini è
innata in lui l’invidia. E quando ha questi due vizi ha ogni malvagità,
perché molte scelleratezze le compie perché pieno di arroganza,
altre per invidia. Eppure un sovrano dovrebbe essere privo di invidia,
dal momento che possiede tutti i beni. Invece egli si comporta verso
i cittadini in modo ben differente, è invidioso che i migliori siano in vita,
e si compiace dei cittadini peggiori ed è prontissimo ad accogliere
le calunnie. Ma la cosa più sconveniente di tutte è questa: se qualcuno
lo onora moderatamente, si sdegna di non esser onorato abbastanza;
se invece uno lo onora molto si sdegna ritenendolo un adulatore.
E la cosa più grave vengo ora a dirla: egli sovverte le patrie usanze
e violenta donne e manda a morte senza giudizio.
Il governo popolare invece anzitutto ha il nome più bello di tutti,
l’uguaglianza dinanzi alla legge, in secondo luogo niente fa di quanto
fa il monarca, perché a sorte esercita le magistrature
ed ha un potere soggetto a controllo e presenta tutti i decreti
dell’assemblea generale. Io dunque propongo di abbandonare
la monarchia e di elevare il popolo al potere,
perché nella massa sta ogni potenza"
(Erodoto di Alicarnasso)
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