PAR.2) Febbraio 2013. Nascita del populismo digitale: L'inizio di una "Big Data Era" nello scenario politico occidentale by Obsolete Capitalism
Le prime analisi mainstream comparse nel febbraio 2013 relative all’esplosione del fenomeno M5S non ci avevano soddisfatto. Le accuse veementi di populismo rivolte al nonpartito di Grillo da parte, soprattutto, del centro-sinistra e dell’Intelligencija, ci parevano cogliere solo parzialmente la portata “storica” del successo del M5S, collegandola in modo frettoloso alla fragilità acclarata del quadro politico e istituzionale vigente e all’incessante opera di decostruzione della società italiana da parte del colosso mediatico-autoritario berlusconiano. La prima analisi innovativa, militante ed aspramente polemica del fenomeno M5S, fu pubblicata l’8 marzo 2013, a ridosso del risultato elettorale, dal collettivo di scrittori Wu Ming con il titolo “Grillismo: Yet Another Right-Wing Cult coming from Italy”. La lettura di questo pamphlet anti-M5S è stata da noi utilizzata come base di partenza per una più cospicua analisi non lineare, utilizzando autori assai diversi tra loro quali Antonio Gramsci, Mario Tronti, Wilhelm Reich, Michel Foucault, Gilles Deleuze, Fèlix Guattari, Gabriel Tarde , i quali avevano già analizzato la compenetrazione sistemica di fascismo, comportamento irrazionale di massa, ipnotismo collettivo, identità nazionale e capitalismo, coniugandoli con i concetti, quanto mai densi e controversi, di popolo, crisi, organizzazione, data science e società di controllo. A nostro avviso, anche nelle migliori analisi post-febbraio 2013 sul M5S, permaneva sempre un “margine”, un “resto”, un “inespresso”, che richiedeva un supplemento d’indagine; erano necessari sguardi che fornissero intuizioni sul fenomeno nascente del populismo digitale e sul futuristico sistema post-democratico che sembrava apparire all’orizzonte della nuova “big data era”. Di fronte a noi si stagliava comunque la domanda inquietante: se lo tsunami elettorale è riuscito ad un’improbabile techno-coppia di ‘cool operators’ italiani, quali sarebbero gli effettivi esiti democratici se scendessero in campo, nelle competizioni elettorali occidentali, i campioni della Society of the Query come Google oppure i giganti social del web come Facebook o Twitter? Siamo forse all’inizio di un cambio epocale della politica governamentale e, in ultima analisi, della democrazia rappresentativa come l’abbiamo conosciuta fino da oggi? Il populismo è un fenomeno saldamente europeo, sia nella sua versione analogica, sia nella sua versione digitale, con una english version, l’UKIP, estremamente seducente e, per questo motivo, non meno pericolosa di altre formazioni anti-establishment di destra. Abbiamo dunque formulato a intellettuali italiani e anglosassoni - di varia estrazione politica e differenti competenze disciplinari - sei domande riguardanti alcuni punti fondanti della nascita del populismo digitale e delle relazioni esistenti tra masse, potere e post-democrazia agli albori del XXI secolo. Ciò che leggerete in questo libro è il risultato delle nove interviste rilasciate tra maggio 2013 e febbraio 2014 da Luciana Parisi, Tiziana Terranova, Lapo Berti, Simon Choat, Paolo Godani, Saul Newman, Jussi Parikka, Tony D. Sampson e Alberto Toscano.
Painting by Stelios Faitakis: The Skeptic (2014)
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