domenica 6 settembre 2015

Futuri futuribili: il collasso del capitale - Parte VII - Recensione del libro Gli Algoritmi del capitale (curato da Matteo Pasquinelli)


Futuri futuribili: il collasso del capitale


Se il capitalismo crolla, come arrestare la corsa impazzita della ‘macchina immensa’? Vediamo a questo proposito cosa affermano Deleuze e Guattari nel celebre passo dell’Anti-Edipo (1972) riguardo le modalità di contrasto alla trionfante società capitalista: “Quale soluzione? Quale patto rivoluzionario? (...) Ritirarsi dal mercato mondiale? (...) Oppure andare in senso contrario? (...) Non ritirarsi dal processo, ma andare più lontano, “accelerare il processo”, come diceva Nietzsche: in verità, su questo capitolo, non abbiamo ancora visto nulla.” Pasquinelli e gli accelerazionisti sono gli investigatori filosofici che, letteralmente, vogliono andare piú lontano, andando a «vedere» - cioè a pensare - i «flussi scatenati» come  si comporterebbero una volta liberati dalla coazione al guadagno, dalla logica del profitto, dall’allocazione esclusivamente reddituale. “L’assiomatica delle società moderne è presa tra due poli, e non cessa di oscillare da uno all’altro. (...) [Le società moderne] sono prese tra due direzioni: arcaismo e futurismo, neoarcaismo e ex futurismo, paranoia e schizofrenia”. Oppure, per parlare come Srnicek e Williams, la scelta è tra post-capitalismo globalizzato o lenta frammentazione verso il primitivismo. Gli autori di Algoritmi del Capitale la risposta al quesito vettoriale dei due filosofi post-strutturalisti, l’hanno già identificata: il capitalismo non è distruzione creativa bensì distruzione distruttiva. Gli accelerazionisti, dunque, hanno scelto l'opzione militante di ‘andare in senso contrario’: accelerare il processo secondo le sue linee di decodificazione e deterritorializzazione - anche se le posizioni individuali dei singoli filosofi che si richiamano all’accelerazionismo possono variare ed esprimere differenti sfumature a riguardo - affinché il capitalismo collassi in quanto la sua natura intimamente distruttiva prima o poi ne causerà l’auto-consunzione. Difatti siamo già ad un passo dal cataclisma disgregante, vedi il collasso del sistema climatico del pianeta e la crisi del paradigma economico finanziario dominante; per Srnicek e Williams intorno a noi si è sviluppato un ‘panorama di apocalissi' che l’attuale politica non è più in grado di governare. Il metabolismo parossistico del capitale, che coniuga una continua crescita ad una turbinosa evoluzione tecnologica, è giunto al capolinea. Il collasso è imminente. Oppure, per utilizzare la terminologia cara a Prigogine, l’entropia del sistema della vasta macchina è giunta ai massimi livelli; siamo prossimi al firewall. Il pianeta necessita di una differente accelerazione «navigazionale» che dischiuda nuovi orizzonti di possibilità. Ovvero, secondo Williams e Srnicek, un’altro progetto politico, alternativo all'economia di mercato, si deve far carico delle linee di decodificazione e deterritorializzazione del sistema. Bisogna, con urgenza, separare due distinte traiettorie: quella del sistema capitalistico e quella dell’evoluzione tecnico-scientifica.
( segue QUI )


(Nota dell'editore: il testo completo si compone di 22 paragrafi che verranno pubblicati giorno per giorno, a partire dal 31 agosto 2015. Il titolo del breve saggio/recensione è Dromologia, bolidismo e accelerazionismo marxista. Frammenti di comunismo tra al-Khwarizmi e Mach)



Picblog: Euthanasia Coaster by Julijonas Urbonas: Challenging the physical and psychological limits of the human body, this speculative design is intended to slowly ascend 1,700 feet into the air before launching passengers down seven loops at a mind-boggling speed of 330 feet per second. The roller coaster aims to give its riders a diverse range of experiences from euphoria to thrill, tunnel vision to a loss of consciousness and, eventually, to the end result: death.

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