lunedì 28 settembre 2015

L’inedito scenario dei «tre nel quattro» - Parte V - ( Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski e la politica accelerazionista di Nietzsche» di Obsolete Capitalism)

L’inedito scenario dei «tre nel quattro»

C.2.5. - Parte V -

Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski e la politica accelerazionista di Nietzsche» 
di Obsolete Capitalism


Il paragrafo precedente ci ha restituito un inedito scenario a quattro. Nello scenario nietzscheano, allo schema bipolare di «forti» e «deboli», non corrispondono uguali attori nello scenario che qui, per semplicità, chiameremo «Mondo-così-come-è» o del «senso comune». Se a livello nominale possono essere suddivisi in «forti» e «deboli» in ambedue gli scenari, in un quadro compositivo sovrapposto non corrispondono né i forti nietzscheani con i forti del «Mondo-così-com-è», né i deboli nietzscheani con i deboli del «senso comune». Deleuze infatti scrive a questo proposito:


"Ora la storia ci mette di fronte al fenomeno più strano: le forze reattive trionfano, la negazione ha il sopravvento nella volontà di potenza! Non si tratta soltanto della storia dell'uomo, ma della storia della vita, e di quella della Terra, almeno sulla sua superficie abitata dall'uomo" (N, 27).


Il «movimento» di Nietzsche è, sic et simpliciter, di segno contrario al «movimento» del Mondo intero e della storia della vita. E’ il contromovimento di Nietzsche (FOP, fr. 10 [ 17 ], VIII/2, 113-14; NCV, [ II ], 218). Per chiarire però lo scenario che ci si presenta, e per inquadrare con esattezza ciò che abbiamo elaborato in precedenza, dobbiamo valutare un'importante nozione, colta dal frammento postumo I forti dell'avvenire (FOP, fr. 9 [ 153 ], 78-79; NCV, [ II ], 220-21). Anche qui andiamo per gradi: 1) primo scenario, lo scenario filosofico futuribile auspicato da Nietzsche: i deboli, i livellati, ricoprono lo spazio gregario nell’ordinamento futuro e l’asservimento diventa una virtù in quanto «base» consapevole di uno «spreco», di un «lusso» proiettato nell’avvenire della differenziazione degli inassimilabili. I forti dell’avvenire sono il risultato di una «secrezione» determinata dal raggiunto livellamento trasformativo della classe gregaria. Lo spreco e lo sforzo comune per raggiungere il doppio movimento di rimpicciolimento dell’uomo europeo e di differenziazione anacronica degli inassimilabili sono giustificati dall’inesorabilità del processo di livellamento già in atto nell’«ordinamento vigente» ma non ancora terminato ai tempi di Nietzsche. 2) secondo scenario: è lo scenario in via di attualizzazione, già storicizzato, che precede quello auspicato da Nietzsche. Qui i «deboli», gli «impotenti» sono coloro, le masse, che sono sottomessi e brutalizzati dall’«ottimismo economico» (FOP, fr. 10 [17], VIII/2, 113-14) in auge nell’ordinamento vigente. I potenti sono la classe che per stratificazione governa il processo di livellamento dell’uomo europeo che - ricordiamolo - è frutto in primis di una gerarchizzazione basata esclusivamente sulla «capacità degli uomini di fare denaro» (Musil, L’uomo tedesco come sintomo). Finché non è giunto a termine il processo di livellamento imposto dall’ottimismo economico e dall’ordinamento vigente, gli attori dei due scenari sono quattro: due nel futuro, due nel presente, ma non «rimano» tra di loro. I potenti e gli impotenti che si fronteggiano nella piramide gerarchica della realtà esperita, all’interno della filosofia della «volontà di potenza in prima istanza» di Nietzsche sono sintetizzabili nella figura futura dei «livellati». Su questo punto, è decisiva l'analisi di Pierre Klossowski nel suo libro del 1969, Nietzsche e il circolo vizioso:


"Il progetto che prevede una «classe» di schiavi sazi e soddisfatti del loro destino, a beneficio di padroni austeri e sobri [ i forti dell’avvenire ], come esigono i loro «compiti creativi», è solo una sistematizzazione di ciò che Nietzsche constata nell’ordinamento già vigente: e cioè che la falsa gerarchia attuale della pretesa classe dirigente, la quale pensa di determinare il destino degli individui più rari [ i forti dell’avvenire ], confusi nella massa, in realtà esime dai suoi compiti più vili la gerarchia inversa e segreta: quella formata dai «superflui» inassimilabili all’interesse generale. I «dirigenti» (industriali, militari, banchieri, commercianti, funzionari, ecc.), nelle loro mansioni, sono di fatto soltanto degli schiavi che lavorano senza saperlo per i padroni occulti, dunque per la casta contemplativa che forma continuamente i «valori» e il senso della vita
(NCV [ II ], 217).


I due scenari antitetici che si erano aperti con le quattro figure, in realtà, sono ora ridotti a distillare solo tre figure: 
i «forti dell'avvenire» si confronteranno, nello spazio delle lotte future, con i «livellati», una omni-classe che ingloberà gli attuali «potenti», i falsi padroni, la gerarchia inversa ai forti dell’avvenire, e gli attuali «impotenti», gli schiavi sazi e soddisfatti del loro destino. La volontà di potenza di «prima istanza» si ergerà contro la potenza di volontà di «seconda istanza».  
( segue QUI )

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