domenica 13 ottobre 2013

Remo Bodei: Comunicare stanca. Oppure no ? Così le tecnologie ci trasformano @ Unità, 13 Ottobre 2013 (intervento all' Internet Festival 2013)


Remo Bodei @ Unità, 13 Ottobre 2013
Comunicare stanca. Oppure no ? Così le tecnologie ci trasformano
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Il mio intervento parte da queste due domande: in che misura i mezzi di comunicazione attuali, e in particolare Internet, giungono a contaminare l'immaginazione e l'effettiva condotta di individui e interi popoli? In che modo contribuiscono a sceneggiare diversamente le aspettative della vita di ciascuno, a creare comunità virtuali e a mantenere persone lontane e vicine in continuo contatto? 

Grazie a questi mezzi, ciascuno può partecipare più direttamente alle vite degli altri e condividerle. Le esperienze altrui cui ha accesso lo rendono partecipe delle infinite combinazioni di senso che, a causa degli inevitabili limiti storici e geografici dell’esistenza, gli sarebbero, di fatto, inaccessibili. 

Attualmente è, invece, enormemente aumentato il peso dei media in grado di offrire un vastissimo e articolato repertorio di vite e di esperienze e di impollinare incessantemente la nostra identità. Con il diffondersi dell’alfabetizzazione, dei mezzi audiovisivi e degli strumenti di comunicazione a distanza (accessibili anche a chi non sa né leggere né scrivere: a livello planetario, una casa su dieci è dotata di un televisore e quasi due miliardi di persone sono ormai connesse alla rete e in possesso di computer, di smart-phone o di iPad) il catalogo delle vite parallele accessibili all’immaginazione coinvolge innumerevoli uomini, donne e bambini, di cui trasforma i modi di percepire, di pensare e di agire. Nel consentire al mondo di irrompere nelle case, il telefono, la televisione e i computer hanno creato un’interfaccia: come nei nastri di Möbius della topologia la dimensione pubblica e quella privata, prima rigidamente separate, si scambiano, diventando virtualmente indistinguibili. 


Ci sarebbe da chiedersi in che misura le attuali dinamiche della globalizzazione, con la maggiore mobilità delle persone, incidano nel contaminare gli immaginari e l’effettiva condotta di interi popoli, nello sceneggiare diversamente le aspettative della vita di ciascuno e nel creare comunità virtuali (i global bywatchers della Cnn, la rete delle persone connesse attraverso Facebook, Linkedin o Twitter, gli emigranti di un determinato paese sparsi per il mondo che pure restano in contatto tra loro mediante riviste, centri culturali, e-mail o Skype e spediscono in patria parte dei loro guadagni attraverso la Western Union). 

In particolare, sulla strutturazione del sé incidono potentemente i cellulari, Internet, Skype, Facebook o Twitter, in quanto fino a poco tempo fa gli strumenti di comunicazione (libri, lettere, telegrafo, film, radio, televisione) erano, con l’eccezione del telefono fisso, sostanzialmente monologici o a risposta differita, mentre i nuovi mezzi sono dialogici e mettono istantaneamente in contatto le persone tra loro, anche visivamente e virtualmente da ogni località. Tali strumenti rendono più fitti i rapporti tra gli individui (magari, spesso, più sbrigativi, inflazionati e superficiali, privi del valore aggiunto della presenza fisica degli interlocutori), trasformando ognuno in crocevia di messaggi entro una fitta rete di relazioni che gli consente non solo di rinsaldare i legami affettivi o di curare i comuni interessi, ma anche di aggiornare in tempo reale i propri impegni e programmi e, soprattutto, di puntellare e aggiornare la propria identità attraverso una serie di frequenti riposizionamenti. 



Le nostre esperienze sono filtrate attraverso modelli, schemi e archetipi culturali di lunga durata, che nel passato non erano così numerosi, mediati e di provenienza globale, come lo sono oggi, specie dal momento in cui abbiamo cominciato a essere circondati dall’onnipervasiva «mediasfera», l’ambiente dominato dai media elettronici. I romanzi, la fotografia, il cinema, la radio, la televisione e gli strumenti di registrazione e comunicazione più recenti (Internet, cellulare, videoregistratori, playstation, Facebook, Twitter, iPad), ricombinando i parametri dello spazio e del tempo, trasformano il lontano in vicino e il passato in presente. Il «dissanguamento» del tempo si sperimenta soprattutto nella fotografia, nelle registrazioni audio o nel cinema, dove il tempo stesso si sdoppia tra quello che continua a scorrere irreversibilmente nella psiche, negli orologi, nei calendari e quello tecnicamente fissato una volta per tutte, che è tuttavia virtualmente ripetibile all’infinito, che può essere fermato, rovesciato nel suo corso, rallentato o reso più rapido. A sua volta, la percezione dello spazio è alterata dai mezzi materiali e immateriali di comunicazione, che si sono moltiplicati e integrati, rendendo sempre più agevoli, stretti e frequenti i collegamenti tra le persone e stabilendo rapporti di interdipendenza e di mobilità fra istituzioni, macchine e individui sparsi in tutti gli angoli della Terra. Dopo i battelli a remi e a vela, le acque sono state solcate dalle navi a vapore, dai transatlantici, da portaerei e sottomarini a propulsione nucleare; l’aria è stata attraversata non solo dalle mongolfiere o dagli aerei dei fratelli Wright, ma anche dai missili e dalle stazioni interplanetarie e, in forma meno visibile, dalle onde hertziane. Al telegrafo, al telefono o alla radio bilocale (quella di Marconi, che funzionava all’inizio solo da stazione ricevente a stazione emittente) si sono aggregate, nel 1922, la «radio circolare»; a partire dal 1925 le prime sperimentazioni della televisione elettromeccanica; nel 1991, il World Wide Web, fino a giungere ai più sofisticati smartphones attuali con tutte le loro svariate applicazioni e, negli ultimissimi anni, al Web 3.0 con cui, ricorrendo all’esempio più semplice, «le cose comunicano con le cose» (se il mio frigorifero è collegato al computer di un supermercato, quest’ultimo registra il fatto che mi manca la carne o la frutta; peraltro, l’ammontare di questo genere di comunicazione tra cose ha ormai superato quello della comunicazione tra persone).


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