lunedì 10 marzo 2014

Nascita del populismo digitale: PAR. 7) Microsociologia: il contagio balistico e le catatonie diffuse by Obsolete Capitalism


Microsociologia: il contagio balistico e le catatonie diffuse (Par. 7)

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Omaggio a Gabriel Tarde (1843-1904). Così si apre il capitolo sulla microsociologia di Gabriel Tarde all’interno di 1933. Micro-politica e segmentarietà di Deleuze-Guattari, testo di riferimento della presente collezione di  interviste. Gabriel Tarde è il sociologo francese  che, sul finire del XIX secolo, costruisce un’audace sociologia basata sui micro-rapporti e sul potere di contagio e diffusione delle influenze quotidiane che avvengono a livello infra-sociale. L’accento tardiano è posto sugli atti individuali e sull’imitazione come “fenomeno di contagio della credenza e del desiderio”, definibile altrimenti come “fenomeno di trasmissione non logica e non teleologica di due forze intime”. Pertanto l’obbedienza delle folle concepita come processo perpetuo non avviene più sui grandi segmenti macro, come ad esempio le classi, ma a sub-livelli cerebrali “infinitamente delicati”. Per Tarde la sociologia deve affondare “le sue radici nel cuore della psicologia, della fisiologia più intima e oscura. La società è imitazione e l’imitazione è una specie di sonnambulismo”. Ciò che le forze bruno-nere hanno compreso e sfruttato con successo agli albori della società di massa è proprio questa lettura del sociale a livello molecolare. I partiti autoritari di massa hanno tradotto in prassi quotidiana l’occupazione di ogni anfratto sociale, di ogni “buco nero”, così come ben descritto da Deleuze-Guattari nel capitolo sul microfascismo, recuperando proprio l’analisi sociologica di Gabriel Tarde: “Fascismo di banda, di gang, di setta, di famiglia, di villaggio, di quartiere, d’automobile, un Fascismo che non risparmia nessuno. Soltanto il micro-Fascismo può fornire una risposta alla domanda globale: “Perchè il desiderio desidera la propria repressione? Come può desiderare la propria repressione?”.


Painting: Stelios Faitakis' Untitled 2

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