domenica 3 marzo 2013

Nadia Ferrigo: “Chiunque può cambiare il mondo” Le petizioni online archiviano i gazebo Dagli Usa all’Italia, le campagne 2.0 @ La Stampa, 3 marzo 2013


Nadia Ferrigo

@ La Stampa, 3 marzo 2013

“Chiunque può cambiare il mondo”
Le petizioni online archiviano i gazebo
Dagli Usa all’Italia, le campagne 2.0


Che cos’è la piattaforma Change.org. Trenta milioni di utenti in 196 Paesi
Le iniziative: dall’elettrice che sfida Grillo ai genitori di Trayvon Martin, 17enne 
afroamericano ucciso da una ronda in Florida il 26 febbraio 2012.

Che si parli del muro di Berlino, di Paralimpiadi o del premio Nobel per la pace, scordatevi volantini e gazebi. Per raccogliere migliaia di firme in poche ore, non c’è niente di meglio del web. Balzata agli onori delle cronache italiane con il caso di Viola Tesi, la ragazza che ha raccolto quasi 200 mila firme con un appello a Beppe Grillo, Change.org è una piattaforma di petizioni online con più di 30 milioni di utenti in 196 paesi. La filosofia è semplice: chiunque può cambiare il mondo. Fondata nel 2007 negli Stati Uniti da Ben Rettay, scelto dal settimanale americano Times tra le cento persone più influenti del mondo, la piattaforma ha uno staff di 150 professionisti del campaigning online e un team di 40 ingegneri e sviluppatori al servizio degli autori delle petizioni.  

Tra i casi più eclatanti, una petizione lanciata negli Stati Uniti dai genitori di Trayvon Martin, un ragazzo afroamericano di 17 anni freddato con un colpo di pistola il 26 febbraio 2012 in Florida. A sparare fu George Zimmerman, un volontario di ronda del quartiere che disse di aver agito per legittima difesa e venne rilasciato la notte stessa, senza nessuna accusa. La storia rimbalzò sui tutti i social media, raccogliendo più di due milioni di firme. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si unì alla campagna e disse: “Se avessi un figlio, sarebbe come Trayvon”. Zimmerman è stato processato e ora è in prigione con l’accusa di omicidio.  

Nell’ottobre 2011, Molly Katchpole, una babysitter americana di 22 anni, lanciò una petizione per chiedere alla Bank of America di cancellare il nuovo e inaspettato costo di cinque dollari al mese per i clienti con carta di debito. Meno di un mese dopo, oltre 300.000 avevano firmato la petizione e spinto la Bank of America ad annunciare ufficialmente la cancellazione della nuova tassa. Tra i firmatari, anche il presidente Obama.  
Sono bastate 21.000 firme per convincere France Télévisions a trasmettere i Giochi Paralimpici. Malala Yousafzai, la ragazzina pakistana nota per la sua lotta per il diritto allo studio, è stata nominata per il Premio Nobel per la Pace. Julia Bluhm, una ragazzina americana di 17 anni, ha ottenuto che la rivista americana per adolescenti Seventeen non ritoccasse più le fotografie delle modelle con Photoshop. Negli ultimi giorni si è molto parlato della petizione “Non toccare il muro di Berlino” per dire no alla demolizione di ciò che resta del muro, che dovrebbe essere demolito per fare spazio a un grattacielo di lusso e a un ponte. Per il momento la protesta è riuscita a fermare le ruspe. 

In Italia la piattaforma esiste dal luglio del 2012. Tra le battaglie vinte, l’appello del giovane rapper italiano di origine egiziana Amir Issa. Dopo che la sua petizione è stata firmata da più di 10.000 persone, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affrontato nel tradizionale discorso di fine anno il tema del diritto alla cittadinanza per i figli nati in Italia da genitori stranieri. Mediaset ha ritirato la denuncia contro il blogger spagnolo Pablo Herreros, che - sempre con una raccolta di firme sulla versione spagnola di Change.org - era riuscito a far sospendere una trasmissione televisiva spagnola su Telecinco, rete gemella di Canale 5, criticata dai telespettatori per aver pagato un’intervista alla madre di uno degli assassini di Marta del Castillo. «Il nostro compito si limita a selezionare gli appelli, escludendo tutti quelli che hanno contenuti discriminatori o offensivi. Poi aiutiamo chi lancia la petizione a individuare le persone giuste a cui rivolgersi - spiega Sergio Cecchini di Change.org Italia – Scoraggiamo le petizioni troppo generiche: se la richiesta è molto specifica e indirizzata alla persona giusta, allora è difficile che resti senza risposta. Soprattutto se le firme sono migliaia». Tra le vittorie recenti, la decisione della commissione per i diritti umani del Senato di dare la cittadinanza italiana ai tre senegalesi feriti durante la sparatoria del dicembre 2011 al mercato di Firenze.  

http://www.change.org/it


Nessun commento:

Posta un commento