martedì 16 giugno 2015

Oltre il criterio seriale - Parte XVI di «Per una teoria delle minoranze» - (tratto dall'e.book Archeologia delle minoranze. Intervista con Franco Motta su "Elogio delle minoranze" - in uscita a Settembre 2015)


Oltre il criterio seriale

di Obsolete Capitalism

La precedente analisi strutturale ci permette alcuni vantaggi. Il primo riguarda le dinamiche dei rapporti differenziali, cioè delle relazioni simboliche tra i vari elementi serializzati. La struttura dell'opera disegna uno spazio estensivo storico in cui si valutano, prima i due insiemi A e B attraverso i loro rapporti di determinazione reciproca, poi le differenze manifeste (B1 con B2, ad esempio) e le continuità evidenti (A1 con A2, ad esempio) di ogni singola serie, e per finire i rapporti ordinati a coppie tra le due serie (A1 con B1, ad esempio) che organizzano in tal modo sei sistemi di differenze, o rapporti differenziali, che passano, come un filo unico di pensiero, attraverso i dodici punti-nodi intrecciati delle minoranze e maggioranze. E' nello "spazio estensivo storico" che si viene a definire la natura simbolica della struttura dell'opera. In questo caso, seguendo la "pura logica delle relazioni", vediamo sorgere un solido isomorfismo, non più tra l'asse delle maggioranze e l'asse delle minoranze, ma tra i rapporti differenziali degli insiemi A e B e delle coppie serializzate dei punti-nodi A1B1, A2B2, et cetera.
Vale a dire che il vero soggetto del libro non sono le minoranze ma è il rapporto differenziale stesso esistente tra minoranze e maggioranze italiane. "Se è evidente che degli uomini concreti vengono a occupare le posizioni e ad effettuare gli elementi della struttura, è solo perché occupano il ruolo che la posizione strutturale assegna loro" - come, nel nostro caso, sono l'eroe della rivoluzione giacobina, l'intellettuale liberale o il riformatore valdese, ad esempio - "e funzionano da supporti ai rapporti strutturali: tanto che i veri soggetti non sono questi occupanti e questi funzionari ma la definizione e la distribuzione di questi posti e di queste funzioni" (Deleuze, Lo strutturalismo, 1976). Ne consegue che i rapporti tra minoranza e maggioranza sono "determinati come rapporti differenziali che si stabiliscono non tra gli uomini reali o gli individui concreti ma tra oggetti e agenti che hanno anzitutto un valore simbolico"; cioè il potere come oggetto, l'organizzazione come strumento, la composizione eterogenea come attitudine e, infine, il divenire minore come  agente dell'anonima potenza delle collettività individuate.
Il secondo vantaggio dell'analisi strutturale è dato da una costante che scopriamo avviluppata nell'insieme denominato A. Infatti se esaminiamo tutti i punti-nodi della serialità A, vediamo che le coalizioni gerarchiche all'interno del singolo punto-nodo sono solo parzialmente dei miscugli omogenei di strati di gerarchie secolarizzate e clericali. In realtà, in ogni singolo nodo della serialità A, l'unico elemento omogeneo e caratterizzante è quello religioso - definiamolo nei termini dell'uomo europeo medio qualunque: bianco, cattolico, adulto, urbanizzato - e questo elemento saturante è sempre ultra-stratificato cioè appartiene sempre alle più alte gerarchie cattoliche espresse dalla curia romana o dalla società civile, o spirituale, legata alla cattolicità. E' questa omogeneità che ha effetto retroattivo negativo sugli altri elementi, molto più eterogenei rispetto alla costante cattolica, ed è questa gerarchia inossidabile che infila tutti i nodi della serie A e "si muove in essi, non cessa di circolare in essi, e da uno all'altro, con un'agilità straordinaria". 

Nessuna 'costante' è data nell'insieme denominato B - le minoranze - in quanto prevale tra i sei punti-nodi serializzati la più completa eterogeneità e, per questo motivo, le minoranze investigate si possono definire, seguendo De Landa, come «trame a basso grado di stratificazione». Questo, forse, è l'elemento principale di debolezza strutturale - costato assai caro - delle minoranze storiche qui rappresentate, certamente meno coese a livello sistemico rispetto alle maggioranze dominanti. Peraltro l'intelligenza degli autori ci ha risparmiato l'opera a tesi, ispirata dal rovesciamento della costante, vale a dire un libro in cui le minoranze narrate fossero unite dalla costante negativa dell'anti-cattolicità.   ( segue QUI )

(tratto dall'e.book Archeologia delle minoranze. Intervista con Franco Motta su "Elogio delle minoranze" - in uscita a Settembre 2015)

picblog: Ryoichi Kurokawa - Syn_2014 (fragment)



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