L’agente perturbante (Par. 26)
(Febbraio 2013. Nascita del populismo digitale) - Scarica l'intero saggio in PDF
Come orientare la Rete di nodi autogestiti dai militanti a cui si è concessa autonomia di connessione e leadership orizzontale? Come si può controllare da remoto la Rete e i suoi militanti, internamente autoregolamentati, senza una struttura verticistica che dipani capillarmente i programmi e le idee guida dal vertice alla base? La risposta di Casaleggio consiste nell’utilizzo dell’agente perturbante, Beppe Grillo. Si tratta, per il M5S, di una figura autorevole che fornisce ai propri adepti “perturbazioni”, ovvero disturbi discreti ma significativi, il cui vero obiettivo è realizzare l’allineamento preventivo delle posizioni più recalcitranti rispetto al messaggio “ortodosso” del movimento. Orientare gli utenti-elettori, disorientare i dissidenti interni, assorbire le differenziazioni di posizioni politiche ed espellere coloro che non accettano la normalizzazione dell’agente perturbante. Questi sono i compiti assegnati da Casaleggio a Grillo: in cambio l’ex comico concentra su di sè, sulla propria figura spettacolare, tutta la carica comunicativa del movimento e del network pentastellato. Ciò che è importante per Grillo, è la possibilità d’indossare sine die i panni del mattatore da palcoscenico. La politica come forma moderna di teatro. Come già argomentato, l’influenza sui comportamenti è indiretta ed è sussunta dalla viseità autoritaria di Beppe Grillo. Per il manager della complessità e stratega di Rete Casaleggio, si tratta unicamente di comunicare all’utente-prosumer-elettore una robusta identità di branding: Beppe Grillo. E’ una pura logica commerciale: nel marketing è un messaggio mirato all’utilizzatore finale - B2C - Business to Consumer. Dall’azienda al consumatore. Tutto è più rapido e conveniente: è la disintermediazione diretta del mercato.
Painting: Stelios Faitakis
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