martedì 13 maggio 2014

Nascita del populismo digitale: Mimetismo e capacità di adattamento nel dominio delle società di controllo (Par. 25) by Obsolete Capitalism


Mimetismo e capacità di adattamento nel dominio delle società di controllo (Par. 25)

(Febbraio 2013. Nascita del populismo digitale) - Scarica l'intero saggio in PDF

Il sogno di potere che accarezza Casaleggio agli inizi degli anni 10 ha dunque alcune caratteristiche in precedenza riportate: un contesto di rete pervaso da nodi indipendenti costituiti da gruppi di militanti autogestiti - la rete dei Meetup - e la connessione degli stessi nodi attraverso l’architettura del network. Nella cornice degli anni 2009-2012 il M5S elabora il proprio sviluppo come soggetto dinamico in contesti sia di “mercato politico” altamente competitivo, sia di crisis society articolata, discontinua e mutevole quale l’odierna. L’adattamento a queste condizioni socio-politiche “critiche” viene realizzato con processi evolutivi di auto-organizzazione  che impattano ogni singolo nodo e il network stesso. Questo mimetismo strategico permette al M5S: a) di mantenere la propria identità caotica e plurale grazie, e nonostante, gli input esterni ovvero gli accadimenti socio-politici esperiti nel corso della propria attività politica b) di reagire in maniera adeguata e rapida agli imprevisti, i cosiddetti “cigni neri c) di prosperare ed evolvere all’interno del contesto neo-liberale improntato all’ideologia di Internet d) di sopportare un mix di inefficienza e inesperienza tipico delle organizzazioni che si auto-regolano evolvendo e) di influenzare in modo circolare i comportamenti dei propri adepti-militanti grazie all’abile triangolazione di sorgente spettacolare/comunicazione del branding/meccanismo di autoregolazione f) di auto-determinare il vincolo di appartenenza al network M5S attraverso un elenco di requisiti minimi che, qualora non rispettati, comportino espulsioni g) di stimolare l’auto-regolazione dal basso e la progressiva identificazione con il brand-logo Grillo-M5S.  
Tra i tanti possibili esempi di questo approccio sistemico, scegliamo l’emblematico hacking politico che ha contraddistinto il primo anno di vita istituzionale del M5S. Segnaliamo due casi di Hack Politics: l’utilizzo delle Quirinarie e del loro precipitato in Parlamento mirato a far “esplodere” l’elezione del Presidente della Repubblica nell’aprile 2013 e gli incontri trasmessi in streaming tra delegazioni M5S e PD caratterizzati da elementi di frattura e palese incomunicabilità a causa della tattica di rottura dei delegati pentastellati. Tali dimostrazioni plateali di “interruzione di un servizio politico-istituzionale hanno le radici tanto nell’idea inconsueta che sia possibile rendere hackerabili le istituzioni per consegnare più potere alla cittadinanza, quanto nella perentoria  riconferma di essere una formazione anti-sistema e infine nella più prosaica mancanza di adeguate competenze intellettuali e professionali all’interno della compagine parlamentare del M5S, qualità che invece la politica istituzionale presuppone. L’intento primario di Casaleggio è quello di destabilizzare il sistema politico dall’interno e/o di mantenerlo in una posizione statica di squilibrio sistemico, non certo di diventare l’elemento equilibrante di un sistema politico destinato al disordine. Il M5S come acceleratore di disordine e desiderio che esprime - come Luciana Parisi ha sottolineato -  un nuovo tipo di nichilismo.

Painting: Stelios Faitakis

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