lunedì 1 giugno 2015

Per una teoria delle minoranze : Delirare i confini (Parte I) - (tratto da Archeologia delle minoranze: Intervista con Franco Motta - uscita prevista Settembre 2015)


Per una teoria delle minoranze



di Obsolete Capitalism


Delirare i confini ( Parte I )

Alcuni anni or sono una visita al Compendio Garibaldino, a Caprera, ci aveva lasciato turbati. Il luogo privilegiato del turbamento era la superficie bidimensionale di un'inedita rappresentazione cartografica d'Italia. La cartina-modello che troneggiava nella Casa Bianca del 'padre della patria' comprendeva la città di Nizza, l'isola di Corsica, la penisola d'Istria, l'arcipelago di Malta, la regione adriatica e orientale della Dalmazia e la regione transalpina della Savoia. Il sottile sconcerto era legato, a ben vedere, a due fenomeni precisi: il primo era determinato dallo stupore nel vedere una simile cartina geopolitica - evidentemente si trattava di una mappa ordinatamente elaborata dalla mente di Garibaldi prima di morire (1882). Il secondo era legato alla riflessione sul ruolo delle azioni di una ristretta minoranza nei confronti di una maggioranza inerte, ancora da conquistare in termini politici, culturali ed economici. Esposta nella camera da letto di Garibaldi, la mappa politica d'Italia riserbava un monito severo alle future generazioni d'italiani. Quella cartina politica di un'Italia 'immaginaria' - e allo stesso tempo iperreale per il suo propugnatore in quanto modello 'ideale' - parlava spiritualmente ad un futuro 'popolo' italiano, tramite una testimonianza iscritta nella proiezione cartografica.
Più precisamente, era una sfida ciò che la mappa di un'Italia garibaldina lanciava all'osservatore interessato e la sfida stava tra il realizzato e il realizzabile. La differenza, ovvero l'irrealizzato che il muto dialogo tra rappresentazione e spettatore suggeriva, aveva la forma di un gesto sospeso e il movimento disarticolato di un'azione interrotta. Offerto allo sguardo complice e irrequieto, il gesto sospeso era il compito assegnato alle future genti italiane, ovvero ciò che storicamente era giusto riprendere al più presto e portare a compimento, eliminando l'interruzione. Le superfici ancora mancanti, i volumi non ancora liberati, i tratteggiamenti generosi che impregnavano la carta immaginaria di una nazione altamente idealizzata, venivano proiettati non solo sullo sguardo sbarrato del patriota ma anche sul fondo segreto e oscuro dello spazio interiore della sua anima. Queste costellazioni di territori irredenti brillavano per la loro assenza nei confronti dei ben più circoscritti confini contemporanei e, allo stesso tempo, erano 'iscrizioni della Storia', quasi fossero la volontà cristallizzata di un esiguo numero di italiani d'ipotecare corpose porzioni di un prossimo futuro. L'auspicio di speranza e di slancio politico che la mappa-testamento dell'Italia mentale di Garibaldi sembrava trasmettere era il seguente: il riscatto morale di una nazione è il portato storico di una minoranza attiva che si legittima come 'corpo provvisorio' di un intero popolo, per attivare un processo politico che favorisca la liberazione delle masse popolari ancora soggiogate da potenze straniere. 

Il libro 'Elogio delle minoranze' di Franco Motta e Massimiliano Panarari indaga, con un ìmpeto degno del miglior civismo, l'irrealizzato, non più territoriale, che l'attuale generazione d'italiani è chiamata a inverare. All'assenza dei territori dell'irredentismo garibaldino sostituiscono la mancanza di un'azione di modernizzazione sociale e istituzionale. L'archeologia delle minoranze virtuose che ci propongono i due autori è la mappa geologico-politica di un'Italia coraggiosa e misconosciuta, la cui narrazione ne raccoglie la sfida di sistema, concedendo la parola, ancora una volta - e dunque accordando nuove possibilità di affrancamento - a coloro che, nelle profondità del tempo trascorso e nei distaccamenti minoritari, non hanno avuto che parole azzittite, azioni insabbiate e orologi infranti. Affrontiamo, prima della disamina del testo di Motta e Panarari, alcune premesse doverose all'episteme della Minoranza.  
( segue QUI )



[ Il presente paragrafo è l'introduzione dell'e.book 'Archeologia delle minoranze. Intervista a Franco Motta su «Elogio delle minoranze»' - A questo primo paragrafo seguiranno giorno per giorno, a partire da oggi, le pubblicazioni dei paragrafi successivi ]


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